sabato 2 agosto 2008

EPILOGO: I left my heart in Sweden, I left my dreams in Finland...I left my money in Norway

Trondheim Airport, ore 6 di mattina. Così come tutto era iniziato, con una levataccia in piena notte per la partenza, ora sta volgendo al termine, con una notte insonne sulle scomode poltrone in pelle umana dell'aeroporto di Trondheim, due settimane 4734 Km dopo. Nel mezzo, il compimento della nostra “Road 2 NorthWay” che ci ha portato ad ammirare lo spettacolo della “nebbia di mezzanotte” fin su a Nordkapp, dove oltre non si può andare, attraversando gli aspri fiordi della Norvegia, le selvagge isole Lofoten, passando il Circolo Polare Artico e la quasi desertiche terre del nord, il tutto trasportati dal nostro fido ronzinante trasformato ben presto da semplice mezzo di locomozione a più o meno confortevole riparo per la notte o tinello e tavolo da pranzo, a seconda dei momenti della giornata. La Norvegia che ci ha prosciugato letteralmente, costringendoci ad incoronare ripetutamente Lui come incontrastato Re onnipresente sulla nostra tavola e a vagare ogni sera fra strade il più delle volte senza uscita alla ricerca di un posto dove poter piantare casa...ma un posto fico, mica un posto qualsiasi. E poi, una volta raggiunto il Capo, di nuovo giù, attraversando prima la verdeggiante Finlandia con i suoi chilometri di strade deserte e i suoi laghi e ritornando per un giorno bambini fra le braccia di Santa Claus, poi giù per l'amata Svezia, che ritroviamo solare così come l'avevamo lasciata quattro anni fa e dove si torna ad incontrare gente per strada nelle sue piccole ma animate cittadine, la Svezia dove scopriamo che il Re può essere degnamente sostituito da una bella grigliata in mezzo al bosco e la Svezia che anche questa volta abbandoniamo un po’ a malincuore. E infine il ritorno dal via, e la birra più buona del mondo che ci rinfresca la gola nel pub più rinomato di Norvegia fra i fiordi di Trondheim, il tutto in perfetto budget, come neanche il ragionier Fantozzi sarebbe stato capace di fare. E così cala il sipario, non su due settimane di peregrinare fra Nord e un po’ meno Nord, ma su un viaggio nato quasi per scherzo senza crederci in un pomeriggio di poco studio e durato forse più di quattro anni tanto se ne è parlato…discusso...progettato...rimandato...sognato, che alla fine siamo riusciti a realizzare come volevamo. E ora ? Avanti il prossimo...

DAY 15, Venerdì 1 Agosto: La birra più buona del mondo

Dopo la notte trascorsa in mezzo al nulla più nulla ma proprio che non si può neanche immaginare, oggi ci tocca ripiegare attentamente la tenda per riporla nell'apposito contenitore, e non sbatterla in macchina a caso come nei giorni scorsi; ormai la nostra esperienza è talmente tanta da portare a termine con successo anche questa, così si può partire alla volta di Trondheim. Per arrivarci, dobbiamo percorrere prima ancora qualche chilometro di Rally di Norvegia, poi in un modo o nell'altro raggiungiamo l'asfalto, e chiedendo qualche aiuto al pubblico raggiungiamo anche Trondheim.
Parcheggiamo la macchina pagando il parcheggio l'equivalente di un chilo uranio arricchito e ci lanciamo alla scoperta della città. Nonostante il grigiore del cielo di stamattina, Trondheim si presenta subito come una città briosa, con le sue vie gremite ed il suo viavai di gente. Prima visitiamo la cattedrale, poi ci uniamo anche noi al turbinio iniziando a scoprire la città in lungo e in largo, fra le sue piazze, le sue vie e i suoi ponti. Scendiamo fino al porto, attraversiamo il ponte vecchio di Bybrua e salendo fino in cima alla collinetta che ospita la fortezza, dalla quale si gode di uno stupendo panorama sulla città e sul fiordo. La giornata prosegue fra questo viavai, ma con la mente ben diretta all'obiettivo di giornata: avanzare corone abbastanza per poterci permettere l'ultima vera birra di Norvegia, gustata nientepopò di meno che nel miglior pub di Norvegia. Come sempre le grandi imprese richiedono qualche sacrificio, e la partenza col pagamento del parcheggio non ci è certo di aiuto. Se a questo aggiungiamo anche il pranzo e qualche visita culturale, ecco che ci tocca per “cena” entrare in un famigerato McDonlad's...
Tutto questo però ci permette di raggiungere il nostro obiettivo, e poterci permettere non una, non due ma addirittura tre fresche birre Dahls , prodotte direttamente qui a Trondheim, con le quali brindare alle due settimane trascorse.
Dopo esserci rinfrescati la gola, c'è tempo ancora per quattro passi per la città, prima di recuperare per l'ultima volta il nostro ronzinante e farci guidare fino all'aeroporto, dove alle prima luci del mattino decolleremo verso casa, e il sipario calerà per l'ultima volta.

venerdì 1 agosto 2008

DAY 14, Giovedì 31 luglio: One way ticket to Hell

Questa mattina il sole batte su casa, svegliandoci prima del previsto dopo la notte passata sul terreno piuttosto scomodo. Pronti, partenza, e siamo subito in macchina, per completare gli ultimi chilometri che ci separano da dove tutto ebbe inizio. Siccome la strada banale sarebbe troppo facile, decidiamo di lanciarci in qualche deviazione un po' naif. La prima la facciamo arrivati a Krokom, dove ci lanciamo in stradine sterrate degne del miglior Rally di Svezia per raggiungere quelli che alla fine si rivelano solo dei graffiti piuttosto insignificanti, oltre che di dubbia autenticità. Proseguiamo la nostra marcia fino ad arrivare ad Åre, rinomata (?!?) località invernale e grazioso paesino in mezzo alle montagne. Passeggiando per le vie del centro sembra quasi di essere in una piccola Cortina, con i suoi negozi di sci e contornati dalle verdi vette. Qui ad Åre ci rifocilliamo con un pranzo oggi non ottimo (una sorta di nouvelle couisine svedese) e facciamo provviste per la grigliata di stasera (che faremo chissàdove, ma la faremo...); hamburger, bistecche di qualità e l'inesorabile Re della tavola, protagonista anche sulla griglia in una vesta a noi del tutto nuova. Dopo questa sosta possiamo ripartire per percorrere gli ultimi chilometri, non senza qualche altra deviazione. Dopo lo sconfinamento ed il ritorno in patria Norvegese, ci lanciamo nei pressi di Hegra alla scoperta di nuovi graffiti (questa volta decisamente più autentici), ed infine giungiamo nel diabolico paese di Hell, anche qui attirati dalle numerose incisioni presenti da queste parti. Dopo avere fatto i conti con la nostra coscienza, ormai siamo nei pressi di Trondheim, e iniziamo a guardarci in giro alla ricerca di un posto per la notte. Fra continui saliscendi, strade da Rally di Norvegia (giusto perché abbiamo sconfinato, vecchine che non parlano inglese, spari uditi in lontananza (ma neanche troppo) e villaggi all'apparenza disabitati, dopo lungo peregrinare riusciamo a trovare un angolino che sembra possa fare al caso nostro, Piantiamo casa e ci mettiamo subito ai fuochi. Ad aprire le danze non può che essere Lui, seguito da un paio di ottimi hamburger e da un altro paio di succulente bistecche, il tutto ancora innaffiato dall'ormai affezionata e superba birra Falcon. Col palato soddisfatto possiamo ritirarci, fra l'umido che ci circonda e pronti a lanciarci l'indomani alla scoperta della pazza Trondheim.

DAY 13, Mercoledì 30 luglio: Assalto al potere

Nonostante i “bagordi” della sera precedente la sveglia suona senza ritardo nel bucolico angolo che ci siamo ritagliati per la notte. Solite pratiche di smontaggio e ci si può mettere in macchina. Usciamo attraversand una strada neanche asfaltata dal desolato paese dove siamo finiti e ci rimettiamo in carreggiata; anche oggi chilometri da percorrere almeno per la parte iniziale in mezzo al quasi nulla. Ci concediamo una breve tappa non molto dopo la partenza nell'irreprensibile borgo di Dorotea, consumando la colazione di oggi romanticamente in riva al lago (peccato che siamo sempre io e Luco...). Di nuovo on the road, senza intoppi raggiungiamo per l'ora di pranzo Östersund, cittadina che sorge sulle rive del placido lago Storsjön. Appena arrivati ci rendiamo conto di essere capitati in una città viva ! Le vie del centro pullulano di gente (ma gli svedesi quando lavorando ?!?) e così ci mischiamo a questo andirivieni fra le vie del centro. Fra un avanti e un indietro facciamo tappa per il pranzo e poi ci spostiamo alla periferia della città per visitare il villaggio di Jamtli; si tratta di un antico villaggio dove è possibile gironzolare fra le riproduzioni delle varie attività di un tempo, fra vecchie case e attori in costumi dell'epoca. Questa volta alziamo notevolmente l'età media dei presenti, ma nonostante questo il tutto è piuttosto piacevole. Riempiti anche oggi della nostra dose quotidiana di cultura, torniamo verso la città, ed inizio ad informarci per cercare un giaciglio per la notte (oggi infatti è il giorno designato per la pulizia personale). Gironzolando fra le isole su cui si sviluppa la città giungiamo all'ostello indicato dalla nostra fidata Routard, ma ahinoi non c'è anima viva ad accoglierci. Con le pive nel sacco facciamo dietrofront, e ci fermiamo in un campeggio sulle rive del lago; niente cuscino e materasso ma almeno una doccia calda è garantita. Dopo aver montato casa ritorniamo in città, e continuiamo a passeggiare mischiandoci fra la folla fra le vie del centro e il piccolo porticciolo. Nonostante la sua vivacità, la città non ha particolari punti di interesse, così dopo aver fatto provviste per la serata possiamo tornare al campeggio. Qui ci concediamo la tanta sospirata doccia prima di “metterci a tavola”. Questa sera decidiamo di ribellarci almeno in parte al Re incontrastato delle nostre cene, affiancandogli del principesco tonno in scatola annegato in olio di oliva, il tutto innaffiato da una sopraffina birra Falcon (rigorosamente in lattina). A parte orde selvagge di bambini urlanti il campeggio non offre molte distrazioni: niente vecchi che giocano a scopa a cui lanciare la sfida, niente latino-americano con cui scendere in pista, nessuno con cui socializzare. Così decidiamo di buttarci nella movida di Ostersund; non appena arriviamo in centro ci accorgiamo di essere nel bel mezzo di una festa: infatti da domani pare che inizi un mega festival, ma chiaramente i festeggiamenti iniziano prima... Ci lanciamo tra la folla a fare qualche vasca lungo il porticciolo e incappiamo in una serie di locali allestiti per l'occasione in cui giovani e meno giovani si divertono cantando, ballando, mangiando e bevendo naturalmente, il tutto sotto l'occhio vigile delle forze dell'ordine e fiancheggiati da una serie di taxi pronti a portare a casa chi avesse alzato troppo il gomito (sempre una spanna avanti questi svedesi)... Ritemprati nell'animo nel vedere finalmente una città viva che si diverte, dopo qualche vasca ci ritiriamo nella nostra “tenuta” per riposare le membra...

Riflessione del giorno: la stragrande maggioranza delle pulzelle svedesi è degna di nota, ma quelle che sembrano avere la nostra età o sono in dolce attesa o sono già mamme... Come si fa? Si punta sui vivai o si deve abbassare la soglia (seppur alta)?

DAY 12, Martedì 29 luglio: Grattis på födelsedagen Luco !!

Il risveglio oggi è più gioioso del solito, per merito del buon Luco che proprio qui in terra di Svezia compie 26 primavere. Sbrighiamo ormai con maestria le operazioni di smontaggio tenda e ci mettiamo in movimento, compiendo un piccola deviazione verso nord per visitare le cascate di Storforsen. Percorriamo un centinaio di chilometri in mezzo al nulla e raggiungiamo l'omonimo parco naturale. Oltre a noi, numerose allegre famigliole svedesi (ma gli svedesi non lavorano il martedì ?!?) si sono recate sul posto armate di borse frigo, sdraio e quant'altro per approfittare della bella giornata di sole. Le cascate infatti sorgono in un ampio spazio attrezzato per barbecue con tutto l'occorrente e nelle vicinanze il fiume crea piccole pozze d'acqua dove gli autoctoni sguazzano felici. Passeggiando fra le rocce si raggiungono le cascate, che più che altro sono portentose rapide che scendono dalla montagna; a parte questo piccolo particolare, lo spettacolo vale senz'altro una visita. Dopo aver passeggiato un po' fra le rocce torniamo in movimento, questa volta verso Arvidsajur. Qui appena arrivati consumiamo un sontuoso lunch, con protagonista ancora lui, l'indiscusso re della tavola, ma che questa volta si presenta in abito di gala, ossia ben arrostito e servito con ottime patate. Dopo esserci rifocillati ci rechiamo all'ufficio informazioni; qui veniamo subito etichettati secondo le nostre origini da un ragazzo italiano che lavora qui, ed al quale possiamo chiedere qualche informazione sul percorso da seguire per avvicinarci verso sud. Dopo una piacevole chiacchierata e qualche badilata di depliants guadagnati ci lanciamo alla scoperta di Arvidsajur; visitimo prima la chiesa e poi un villaggio lappone ancora in uso. Non abbandoniamo la cittadina prima di aver fatto provviste per la serata; stasera si festeggia con grigliatona il compleanno, quindi carne di qualità e birra locale a fiumi scendono in campo. Ora possiamo procedere, percorrendo i 200 Km in mezzo al nulla che ci separano dalla tappa di giornata. Nel mezzo, solo una breve sosta per informarci su come gli autoctoni cantano tanti auguri...
Oggi decidiamo di fermarci dalle parti di Vilheimina, che sorge su un grazioso lago sulle cui rive speriamo di trovare un giaciglio per la notte. La ricerca è piuttosto ardua, fra postazioni già occupate e strade infinite che finiscono nel nulla; alla fine troviamo posto nei pressi di un paesino sperduto, sulle rive di un bel fiumiciattolo. Qua c'è tutto quello che ci serve per poter realizzare la nostra grigliata di compleanno, dal risultato ottimo e soddisfacente. Tra qualche birra, qualche stupido video e qualche riflessione la giornata anche oggi giunge così al termine.

martedì 29 luglio 2008

DAY 11, Lunedì 28 luglio: Alla scoperta di Babbo Natale

Le operazioni di sveglia oggi procedono a rilento, complice il jet-lag non ancora smaltito e la tenda montata non proprio in maniera accademica la sera precedente. Nonostante questi piccoli intoppi, alle 9 in punto ci presentiamo baldanzosi alle porte del villaggio di Babbo Natale, pronti ad abbassare l'età media dei presenti. Il villaggio è costituito da una moltitudine di negozi di souvenir (da cui probabilmente si serve lo stesso Babbo), ma il clou è la casa del simpatico vecchietto. Qui è possibile, dopo aver attraversato il suo laboratorio fra gli elfi saltellanti, essere ricevuti (proprio una sorta di udienza...) da Santa Claus in persona. Potevamo esimerci da tale onore ? No. Così attraversiamo anche noi il laboratorio ed alla fine eccolo lì in persona, nella sua stanza tutta agghindata pronto a dispensare grassi sorrisi. Per informazione, Babbo Natale parla un discreto italiano, tifa Ferrari e Valentino Rossi, conosce tutte le province di Lombardia e Piemonte, ed è informatissimo su calciopoli... Dopo una stretta di mano e la foto di rito scattata chiaramente dall'elfo fotografo, possiamo continuare la visita nei dintorni. Proprio all'interno del Villaggio di Babbo Natale passa il Circolo Polare Artico, il cui parallelo è ben evidenziato a terra, e come non scattare una foto a cavallo del Circolo Polare ? Inflazionata ma sempre di grande effetto...
Conclusa la nostra visita al Villaggio e ai milioni di souvenirs nei dintorni, possiamo rimetterci in marcia, sostando di nuovo a Rovaniemi Downtown. Oggi la città sembra essere un po' più viva di ieri sera, anche se le attrazioni rimangono sempre quelle. Prima visitiamo la cattedrale, poi passiamo biblioteca, municipio e teatro della città, opere dell'irreprensibile maestro architetto finlandese Alvar Aalto, poi ci ributtiamo fra le vie del centro alla ricerca di un posto per sfamarci. Fra centri commerciali e affini, alla fine optiamo per un ricco buffet di insalate, pizze, lasagne, polpette e chi più ne ha più ne metta, invitati dalla gentile cassiera con laconico “You can eat all you want”. Pranzo non di certo tipico ma validissimo.
Riempita la pancia, di nuovo in marcia; continuiamo a scendere verso il confine svedese, situato nella ridente città di Tornio. Questa città sorge esattamente sul confine. Ciò vuol dire che una parte è finlandese, una parte svedese (Happaranda); ciò vuol dire che spostandosi di un metro cambia orario, lingua, valuta e stato. Difficile la vita per i Torniesi... La certezza di essere in Svezia si ha vedendo l'enorme centro Ikea piazzato pochi metri dopo il confine, come a simbolo nel nazionalismo svedese. Passando in Svezia l'ambiente sembra subito diverso, in particolare meno freddo e maggiormente fornito di fanciulle di bella presenza. Continuiamo per gli ultimi 120 Km. della giornata fino a giungere a Lulea. Prima di approdare alla città, sostiamo a Gammelstad, antico borgo nato intorno alla vecchia cattedrale e in gran parte ancora conservato come un tempo. Passeggiamo fra le vecchie case in un silenzio e una pace assoluta, prima di completare la tappa di oggi giungendo a Lulea.
Lulea è una graziosa città che sorge quasi all'apice del Golfo di Botnia, in una bella posizione bagnata dalle acque. Cosa non così scontata a queste latitudini, Lulea sembra essere attraversata da un po di vita...con la gente che scorrazza per le vie pedonali del centro, le sue casette colorate baciate dal sole, il suo allegro porticciolo e i suoi rilassanti parchi. Un posto veramente piacevole. Ci facciamo trasportare da questa frizzantezza e anche noi passeggiamo fra le vie del centro e fra i verdi e fioriti parchi, dopo un paio di giorni di generale mortorio finlandese finalmente un po di vita...!! Dopo aver vagato per la città, salutiamo Lulea e cerchiamo un posto dove piantare casa per la notte; ritorniamo verso Gammelstad, dove un piccolo boschetto sembra fare al caso nostro. Per cena scende in campo l'incontrastato re della tavola, ormai un po' stufoso ma sempre attuale. In più stasera la cena è impreziosita da degli ottimi biscotti tipicamente finlandesi, “importati” nei giorni precedenti. Nuovamente frastornati dal continuo cambio di fuso, ci ritiriamo prima del previsto, nell'attesa della festosa giornata di domani.

Quesito del giorno: cosa accomuna le ragazze svedesi e norvegesi, e assolutamente manca in quelle finlandesi, tanto da farle sembrare tutte figlie dei Tokio Hotel ?!?

DAY 10, Domenica 27 luglio: Beati tra le renne

Il risveglio procede un po' a rilento questa mattina, complice un materasso particolarmente comodo che proprio non vuole saperne di lasciarci alzare. Nonostante questo, riusciamo a metterci in marcia verso Inari, situata sull'omonimo lago, prima tappa della giornata. Il primo tratto di strada sembra conciliare il sonno, essendo totalmente dritto e con continui saliscendi, come a volerci cullare. Strenuamente però resistiamo alla tentazione di cadere nuovmente fra le braccia di Morfeo e giungiamo a destinazione. A Inari visitiamo il Siida Museum che racconta usi e costumi della vita Sami e delle difficoltà che sono costretti a superare passando la loro vita in queste terre piuttosto ostili. Dopo la visita del museo si è fatta l'ora di pranzo, così approfittiamo del ristorante all'interno del museo stesso per consumare il nostro lounas, una sorta di buffet che si usa a pranzo da queste parti. Nel posto scelto, oggi consiste in un buffet di insalate e pasta, e stufato di renna, il tutto accompagnato da acqua, caffè o succo di fragola...autoctono e niente male. Con la pancia piena, possiamo rimetterci in viaggio. Anche oggi abbiamo parecchi chilometri da percorrere, e ci troviamo di fronte un paesaggio totalmente diverso da quello a cui eravamo abituati nei giorni passati; montagne e fiordi lasciano spazio ad immense foreste di pini e abeti e a laghi che si perdono a vista d'occhio, mentre è sempre più facile trovare numerose renne che attraversano la strada nei luoghi più improbabili. Attraversando questi paesaggi, giungiamo prima ad Ivalo, dove facciamo scorta di cibo per la serata (ancora salmone, ormai Re incontrastato della nostra tavola) e da Ivalo in poi 160 Km di nulla (tranne le solite renne, sia chiaro...) fino a Sodankyla. Qua ci concediamo una piccola sosta per ammirare l'antica chiesa totalmente in legno, anch'essa unica superstite degli incendi successivi alla Seconda Guerra mondiale, e una pittoresca statua raffigurante, guarda un po', una renna intenta in un deciso corpo a corpo con un uomo Sami. Decisamente folkloristica.
Siccome è ancora abbastanza presto, decidiamo di arrivare questa sera a Rovaniemi, di visitarla domani in mattinata e di ripartire poi verso la Svezia. Nella nostra marcia di avvicinamento c'è tempo per una sosta per la merenda (il chilo di marmellata inizia lentamente a diminuire,,,) e per una sosta ad una piccola festa/mercato Sami, una sorta di Festa dell'Unità lappone, con salmone invece che salamelle ma con la stessa atmosfera.
Rovaniemi ci accoglie un po' desolatamente in questa serata di domenica. Probabilmente i giovani sono tutti a casa a riprendersi dopo i bagordi del weekend, così passeggiando per le vie del centro non c'è certo da sgomitare. Visto che siamo arrivati in città, decidiamo di conservare il re della tavola per domani, e ceniamo in un pub consigliato dalla nostra quasi infallibile guida, dove ci sfamiamo ancora con dell'ottima renna, ben migliore di quella del pranzo, e con sottofondo dal vivo di un terribile karaoke finlandese. Dopo cena riproviamo a fare quattro passi per il centro (anche perché dopo buona parte della giornata passata in macchina le gambe hanno bisogno di muoversi), ma la situazione non è molto migliorata rispetto a qualche ora prima. Dopo un paio di “vasche” salutiamo la città fino a domattina, e iniziamo la ricerca di un posto dove piazzare la tenda. Purtroppo nei dintorni di Rovaniemi non è così facile trovare uno spazio fra i fitti boschi, così dobbiamo fare qualche deviazione a vuoto prima di trovare l'angolino giusto. E anche oggi cala il sipario.

Pensiero del giorno: il famoso trattato della Seconda Guerra Mondiale venne firmato a Yalta (Unione Sovietica), non ad Alta (Norvegia) come mi ero convinto da qualche giorno. Beata ignoranza.